Kit:Elementi Avanzati/Appendice - Le Gilde

Da Uno Sguardo nel Buio.

APPENDICE PRIMA
Alcuni cenni storici sulle Gilde e sulle Corporazioni del medioevo.

GLI ALTRI CAPITOLI
«La Scheda del Personaggio»
«Le Capacità»
«I Mestieri»
«Esempi di Mestiere»
«La Gestione del Gruppo»
«I nuovi Personaggi»
«La Demonologia»
«Appendice - Le Gilde»


Indice


LE GILDE MEDIOEVALI: ORIGINI ED EVOLUZIONE

Originariamente le Gilde medievali erano associazioni volontarie fondate per proteggere e aiutare i propri membri e, in più stretta misura, per proteggere il proprio cliente. In tutte le ordinanze delle gilde si riscontra grande enfasi sulla religione a testimonianza dell'influenza della chiesa Cristiana sia sulle origini che sugli obiettivi di queste associazioni. I fondatori, forti della fede Cristiana nella fratellanza degli uomini, realizzarono che le gilde dovevano beneficiare non solo i propri membri, ma anche la società nel suo insieme. 

Con il passare del tempo gli alti ideali e lo spirito di fraterna cooperazione cedettero il passo alla crescente enfasi messa su obiettivi più pragmatici ed economici, cosicché le gilde divennero sempre di più un mezzo per sfruttare vantaggi economici e perpetuare lo status di coloro che avevano il potere al loro interno. 

TRE MODELLI DI EVOLUZIONE

Esistevano principalmente tre modelli di gilda: le Gilde Religiose o di Beneficenza, che, come dice lo stesso nome, si occupavano dell'esercizio della religione e facevano opere di carità; le Gilde dei Mercanti e le Gilde di Mestiere, le quali avevano entrambe fini economici. 

I tre tipi di gilda esistevano in tutta l'Europa occidentale e il modello di base di ognuno rimaneva invariato in ogni località. Le gilde erano essenzialmente un fenomeno cittadino e tanto più era commerciale e indipendente la città, tanto più esse erano numerose e attive. Si osservi ad esempio come nelle città cosmopolite di Strasburgo, Bruges, Ghent, Barcellona, Firenze e Milano le Gilde economiche raggiunsero il loro massimo potere.

Le Gilde Religiose

Le gilde religiose furono storicamente le prime a sorgere e sono menzionate per la prima volta nei «Capitolares» Carolingi del 777 e 789 d.C. e in seguito nei capitolari dell'Arcivescovo Hincmar di Rheims (858 d.C.). Esistevano due tipi di gilde religiose: laiche ed ecclesiastiche. Quelle ecclesiastiche erano essenzialmente incontri regolari nei quali i preti del luogo potevano pregare, mangiare e discutere insieme agli altri dei problemi comuni. In tempi successivi anche persone laiche furono ammesse in alcune gilde ecclesiastiche così che l'unica differenza effettiva tra i due tipi di gilde fu la preponderanza di preti in quelle ecclesiastiche.

Gli obiettivi di queste gilde furono modificati in modo da includere la carità verso i laici caduti in povertà oltre che verso i compagni di gilda. Le gilde religiose laiche erano numerose per tutta l'Europa Cristiana ed erano presenti in numeri considerevoli nelle singole città: in Amburgo ve ne erano più di cento e dal XII secolo in poi esse prosperarono in Inghilterra.

La struttura, gli obiettivi e i compiti delle gilde, si ritrovano, praticamente invariati, in ognuna di esse. La struttura gerarchica era semplice, basata su un certo numero di officiali che gestivano le regole per un gran numero di membri. Ordinariamente un membro prestava un giuramento di ammissione, pagava una piccola tassa di entrata e versava annualmente una piccola somma per il fondo comune. Gli officiali erano eletti agli incontri plenari della gilda e in alcune gilde erano soggetti a una multa in caso si fossero rifiutati di servire.

L'essenza di queste gilde era l'esercizio della religione ed esse erano invariabilmente dedicate a un santo patrono. Oltre ad accendere ceri e a recitare preghiere speciali al loro patrono, specialmente nel suo giorno di festa, ai membri era richiesto di pregare per le anime dei fratelli defunti, di dare aiuto ai pellegrini, di vivere in pace con i loro compagni membri della gilda e di dare aiuto ai malati e ai bisognosi. Doveva essere prestato aiuto ai membri che fossero caduti in disgrazia, che soffrissero per ferite, malattie, vecchiaia, o ai quali fossero capitati furti, incendi o altre disgrazie. Tali aiuti erano spesso rigorosamente regolamentati: la Gilda di San Benedetto stabilì a esempio dei valori minimi per le donazioni, essendo il dono proporzionato al particolare pellegrinaggio.

Alcune delle gilde si facevano carico dell'educazione oppure aiutavano nella manutenzione delle strade, delle mura cittadine e dei ponti. Attraverso i loro contributi alle spese municipali le gilde si trovarono a essere strettamente connesse, ma mai identificate, con le autorità locali. Le Gilde Religiose furono le antesignane delle Gilde dei Mercanti e delle Gilde di Mestiere e durarono finché non furono soppresse in Inghilterra da Enrico VIII ed Edoardo VI.

Le Gilde dei Mercanti

In Inghilterra l'apparizione delle prime gilde di questo tipo si può dire sia stata più rapida a causa della conquista Normanna; infatti l'influenza dei cittadini normanni e del loro avanzato sistema economico si tradusse in un declino dell'importanza dell'agricoltura in Inghilterra e in un aumento del numero e dell'importanza delle città. Verso la fine del XII secolo un grande numero di città Inglesi possedevano una Gilda dei Mercanti con uno statuto approvato dal re. Gilde come queste divennero una caratteristica dei comuni Inglesi, anche se erano molto distinte dalle autorità municipali. Esse erano responsabili dell'organizzazione e dello sviluppo del commercio della città sotto la supervisione e il controllo delle stesse autorità municipali.

La gilda allestiva e controllava i mercati, fissava i prezzi e le paghe, combinava gli acquisti di grosse quantità di merce da parte del comune, fissava i pesi e le misure per i principali generi di consumo, supervisionava il commercio sia dei membri che degli esterni, incamerava le gabelle dai non membri che desiderassero commerciare in città e puniva i trasgressori dei suoi regolamenti. 

I membri originali della gilda erano uomini che possedevano del terreno all'interno dei confini della città: in quest'epoca il termine «mercante» comprendeva tutti coloro che compravano e vendevano in proprio, per cui l'appartenenza alla gilda si estendeva a piccoli commercianti e artigiani così come a ricchi mercanti.

In tempi successivi, il titolo di socio della gilda poteva essere ottenuto in eredità, o direttamente comprandolo, anche da mercanti di altre città. In alcuni casi buona parte della popolazione godeva dei benefici di socio della gilda. La gilda considerava molto importante mantenere elevata la propria reputazione e coloro che contravvenivano alle regole venivano severamente puniti, così a esempio le cronache riportano come a Chester un uomo che usò false misure e vendette birra adulterata fu tassato per una somma pari a quattro Scellini, l'equivalente all'epoca, di 32 galloni della migliore birra.

Le espulsioni dalla gilda non erano rare e richiedevano da parte dell'ex socio il pagamento di una somma affinché gli fosse permesso in futuro di continuare a commerciare. 

La gilda aveva il monopolio dei commerci all'interno di una città, ma le autorità municipali ne prevenivano un indebito sfruttamento. Essenzialmente il monopolio consisteva nell'imposizione di controlli, mentre le speculazioni sulle merci (ad esempio: fare incetta sul mercato di un bene per averne il monopolio e stabilirne i prezzi) erano proibite, e fu adottato il concetto di "giusto prezzo". 

Per larga misura la sua introduzione eliminò la competizione sul prezzo di mercato: l'obiettivo era assicurare contro lo sfruttamento dei compratori e allo stesso tempo fornire al venditore un equo margine di guadagno.

Si osservi che tale concetto fu, da alcune gilde, esteso all'assegnazione dei salari. I vantaggi e i benefici usufruiti con l'appartenere a una gilda erano numerosi. Ad ogni membro era garantito il diritto al commercio e il godimento di privilegi rispetto ai non membri, che dovevano pagare le gabelle. Egli era esente da numerose tasse minori. In alcune città partecipava in ogni profitto ottenuto da grossi acquisti da parte dei maestri di gilda. Quando commerciava in altre città godeva del sostegno della sua gilda e il suo credito veniva aumentato perché si sapeva che le gilde, in caso di bancarotta di un proprio membro, si adoperavano nel saldarne i debiti per proteggere la propria reputazione. Similmente un membro aveva meno ragione di temere perdite commerciando con il membro di un'altra gilda. 

Gli aspetti religiosi della Gilda dei Mercanti sono molto simili a quelli della Gilda Religiosa, sebbene siano contraddistinti da una minore enfasi. Tali tipi di gilda si impegnarono nel mantenere il maggior numero possibile di cappellani, compatibilmente con un ragionevole impegno economico, nell'aiutare i membri poveri o malati, nel prestare denaro a membri in temporanea difficoltà economica e nel mantenere il membro anziano «in una maniera che sia giusta per le sue necessità».

La crescita continua dell'industria e del commercio infoltì le schiere degli artigiani nelle città e, con la sempre crescente specializzazione del lavoro, uomini della stessa professione tendevano ad aggregarsi in gilde del loro specifico mestiere. Queste gilde non avevano connessioni esplicite con le Gilde dei Mercanti,  sebbene fossero da esse dipendenti e a esse sottoposte, almeno in un primo tempo.  

Nel corso degli anni queste associazioni di artigiani cominciarono a regolare i propri affari, specialmente per problemi riguardanti i loro particolari commerci, così che la sfera d'azione e d'influenza delle Gilde dei Mercanti fu ridotta notevolmente. Quanto più era rapido lo sviluppo di industria e commercio, tanto più la Gilda dei Mercanti cedeva il passo alle aggregazioni delle Gilde di Mestiere. Tuttavia non vi è evidenza storica di competizione per la supremazia tra i due tipi di associazioni, infatti il trasferimento di autorità fu un lento processo di evoluzione. 

La Gilda Mercantile ricevette un colpo fatale in Inghilterra nel 1335 quando Edoardo III permise ai mercanti stranieri di commerciare liberamente nelle città dell'Inghilterra.

Le Gilde di Mestiere

Anche se la scomparsa graduale ma definitiva della Gilda dei Mercanti terminò solo alla fine del XIV secolo, la sua erede, la Gilda di Mestiere, apparve per la prima volta già dal XII secolo in Inghilterra e raggiunse l'apice del potere nel XIV e XV secolo. Essa comprendeva tutti gli artigiani di un singolo settore dell'industria in una particolare città e le denominazioni «Mestiere» e «Corporazione» sostituirono gradualmente i termini «Mercante» e «Gilda».

Di solito la Gilda di Mestiere derivava la sua autorità dalla municipalità. I suoi obiettivi erano di proteggere i propri membri dalla competizione con i non membri, di assicurare loro giusti salari e prezzi, e anche di supervisionare per la buona qualità del lavoro e per evitare prezzi iniqui. A tale proposito è noto come le gilde inviassero a proprie spese artigiani esperti a ispezionare il lavoro dei propri membri, sia per controllare la qualità che per verificare l'onestà del lavoro. Per facilitare questa ispezione tutto il lavoro doveva essere eseguito in base alle indicazioni di un Maestro e, a causa dell'inadeguatezza dell'illuminazione del tempo, era proibito lavorare di notte. Inoltre l'appartenenza alla gilda era il prerequisito per esercitare un mestiere all'interno della città.

In un primo tempo le Gilde di Mestiere erano istituzioni a scopo benefico: esse erano fonte di entrate sia per la Corona che per la Municipalità, assicuravano adeguate riserve di mano d'opera per mezzo del sistema di tirocinio e aiutavano a elevare lo status dell'artigiano.

Gli statuti delle Gilde di Mestiere dichiaravano obiettivi religiosi che erano molto simili a quelli delle Gilde dei Mercanti. Erano infatti quasi universalmente richiamati concetti come l'esercizio della religione, il mantenimento dei cappellani, l'aiuto ai membri caduti in disgrazia e le opere di beneficenza. E. Lipson afferma che nei "giorni migliori della gilda", anche se i membri erano orientati a sfruttare i vantaggi del loro status, tendevano a essere influenzati dalle professioni di buona fede e rispetto del "beneficio comune" espresse nei loro statuti.

Le Gilde dei Mercanti e quelle di Mestiere in Inghilterra giocarono un ruolo importante nella produzione delle grandi rappresentazioni cicliche teatrali, nell'organizzazione dei festival, degli eventi musicali, delle processioni e di un certo numero di altre attività culturali. Nell'Europa meridionale e particolarmente in alcune parti dell'Impero Ottomano (ad esempio: Grecia del nord), le Gilde dei Mercanti e quelle di Mestiere erano attive nelle festività religiose e nei movimenti politici rivoluzionari. 

L'APPRENDISTA NELLA GILDA

Ognuna delle gilde citate era strutturata generalmente su tre livelli o titoli: Maestro, Operaio qualificato e Apprendista. All'inizio gli appartenenti ai tre livelli lavoravano fianco a fianco, essendo lo status di ognuno riflesso nella ricchezza, abilità e reddito. Il poter diventare Maestro non era affatto un obiettivo poco realistico per un apprendista, il quale era sottoposto a un tirocinio che durava dai 4 ai 12 anni, alla fine dei quali, se dichiarato competente, raggiungeva lo status di Operaio qualificato. Durante il tirocinio gli apprendisti venivano ospitati e vestiti dal loro maestro come se fossero della famiglia e il loro trattamento era regolato dalla gilda (i casi di maltrattamento essendo puniti severamente).  

Normalmente la famiglia dell'apprendista pagava l'onorario del maestro e all'apprendista era richiesto di condurre una vita sana e morale. Per prevenire lo sfruttamento degli apprendisti come mano d'opera a basso costo, il loro numero per maestro fu limitato. Questa misura evitò la perdita completa del potere di contrattazione degli operai a giornata e assicurò anche che i maestri fossero in grado di preparare soddisfacentemente i loro pupilli per il mestiere.


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