Kit:Il Misticismo/Riti e Cerimonie

Da Uno Sguardo nel Buio.

CAPITOLO TERZO
La differenza tra Rito e Cerimonia e le principali tipologie di celebrazioni. Un approfondimento su come i vari Iniziati concorrano alla manifestazione della volontà divina.

GLI ALTRI CAPITOLI
«Iniziati e Seguaci»
«Le Caste Sacerdotali»
«Riti e Cerimonie»
«Appendice: Punti di vista»


Indice

CERIMONIE E RITI INIZIATICI

I rituali che si svolgono con una partecipazione dei fedeli sono detti Cerimonie, al contrario dei Riti, nei quali sono coinvolti necessariamente solo gli Iniziati della divinità ed eventualmente un singolo fedele oggetto del rito stesso.

Un'altra caratteristica comune a tutti i riti è che per ogni rituale inteso a fare del bene, vi è un corrispettivo rituale con effetti opposti. C'è però da sottolineare che i rituali negativi sono normalmente evitati da tutti gli iniziati dei Dodici Dei, che ricorrono ad essi solo in situazioni senza uscita. Si hanno sospetti non confermati riguardanti la specularità della situazione per quello che riguarda gli iniziati del Dio Senza Nome, i quali tendono normalmente a celebrare cerimoniali oscuri e negativi come via preferita, usando solo raramente rituali di protezione o equivalenti. I suddetti riti hanno caratteristiche alle volte molto diverse tra loro, variando dall'uno all'altro non solo il numero di celebranti, ma anche il luogo e la modalità di svolgimento, nonché il tempo necessario.

Per quel che riguarda le Cerimonie, esse hanno in comune uno stesso modello di base. I particolari dipendono dalla divinità coinvolta e dall'effetto desiderato. La prima parte della Cerimonia implica un'assemblea, in cui si riuniscono i partecipanti. Essa si può tenere direttamente nella sede in cui si svolgerà il rituale o anche in un altro posto. In quest'ultimo caso ci si dirigerà, in processione, verso il luogo sacro. Il luogo sacro viene preparato misticamente prima dell'arrivo dei partecipanti. Poi si fa un omaggio verbale o cantato alla divinità in questione. Viene sancito il tema della cerimonia, che è seguito da una dichiarazione, ed infine vi è un rituale conclusivo di congedo.

Nella tabella seguente sono riportate i principali Riti e Cerimonie, comuni ad tutti gli Dei.

La Conversione
Chi viene convertito con questo cerimoniale, riceve quasi sempre un dono di conversione dalla divinità coinvolta.

La Scomunica (di un Laico)
Chi riceve la scomunica da una divinità per mezzo di questo rito, è meglio che la eviti in futuro.

L'Iniziazione
Un Iniziato maggiore (Lvl >= 10), con eventuali assistenti, può ordinare un nuovo iniziato.

La Scomunica (di un Iniziato)
Un iniziato viene reso di nuovo una persona normale. Egli diventa però sgradito alla divinità.

La Consacrazione
Viene consacrato un luogo come tempio di una divinità.

La Sconsacrazione
Un tempio consacrato ad un'altra divinità, se incustodito, viene privato del suo misticismo.

La Benedizione
E' il rituale più vario e diffuso, porta i favori di una divinità su cose, luoghi, persone e situazioni.

La Maledizione
Sempre celebrato da un singolo Iniziato. Egli chiede alla sua divinità vendetta su cose, luoghi, situazioni o persone.

La Richiesta
Anche questo è un cerimoniale molto vario e tipicamente "templare". Uno o più Iniziati chiedono alla propria divinità un oggetto carico del suo misticismo.

La Restituzione
Un dono che un tempo fu dato dalla divinità ai mortali, viene ora restituito con i dovuti ringraziamenti. Fatto anche con oggetti ex-mistici o di Iniziati morti.

Il Sacrificio
Un Iniziato o Seguace offre un sacrificio gradito al dio, per placare la sua ira, per rendergli grazie oppure per aumentare il favore divino.

Il Dono
La divinità, in risposta ad una preghiera adatta o ad un corretto agire, può far comparire sull'altare, in dono, un oggetto mistico. Esso è spesso un messaggio inteso a indicare la volontà del dio.

La Controimposizione
Una entità maligna a cui è stata affidata una missione viene costretta con un ordine a tornare dal suo padrone/evocatore (cfr. il Kit di Sviluppo "Elementi Avanzati", La Demonologia).

L'Esorcismo
Una entità maligna proveniente dal piano dei Demoni (cfr. il Kit di Sviluppo "Elementi Avanzati", l'Elfo Scuro), viene rimandata al suo piano naturale di esistenza.


La Conversione e la Scomunica

Tra gli obblighi, o compiti, che gli Iniziati hanno verso la propria divinità, c'è quello di girare per Atlantide in cerca di nuovi seguaci. Quando un Iniziato incontra un Personaggio che potrebbe essere adatto al proprio culto o che, anche non essendolo, si deve ravvedere, ha il dovere di provare a convertirlo. (Nel gioco questo si traduce in una prova di "Conversione" o in un confronto dialettico tra chi converte e chi deve essere convertito).

Se la Conversione ha esito positivo, il favore divino per quell'Iniziato migliora. Spesso le conversioni di questo tipo avvengono in luoghi lontani dalle città e di conseguenza dai templi. Per questo tutta la parte ritualistica della conversione, è di fatto rimandata alla prima occasione che ha il seguace di raggiungere un tempio del suo nuovo dio. Infatti non sempre una conversione verbale ha un seguito e alle volte gli intenti rimangono tali. Quando però un personaggio è stato colpito nel profondo del suo animo dalle parole dell'Iniziato, allora si presenta di sua spontanea volontà a uno dei templi della divinità e si prepara per la Cerimonia di Conversione.

I canoni secondo cui si svolge una cerimonia di questo tipo seguono una linea che è simile per tutti i Dodici Dei, anche se poi ogni divinità permea profondamente la cerimonia del proprio carattere. Si riscontrano in effetti alcuni momenti comuni per tutti gli dei: La Notte di Veglia, il Rito di Iniziazione ed il Giuramento finale, con la scelta dei precetti da seguire.

Il primo passo per il futuro seguace è di passare una notte in meditazione, digiuno o contemplazione sui misteri della divinità, che gli sono stati precedentemente declamati dagli iniziati del tempio. Non si creda però che questo valga alla stessa maniera per tutti gli dei. Vengono infatti dati di seguito degli esempi per far capire come ogni culto abbia modificato fortemente la notte di veglia secondo i desideri del proprio dio.

Il culto di Praios, ad esempio, fa cominciare la "Notte di Veglia" al nascere del Sole, trasformandola nel "Giorno dell'Illuminazione". La notte di veglia nei templi di Rondra è invece molto simile alla notte di digiuno e meditazione a cui sono sottoposti i Cavalieri prima dell'investitura. Nei templi di Efferd si dice che ci siano delle specie di vasche nelle quali si passa la notte prima della cerimonia di conversione (e un eventuale conseguente raffreddore non è visto di buon occhio, indicando sicuramente un qualche problema nel rapporto tra il seguace e la divinità).

Da Travia, invece, il seguace è accolto in una grande sala con un fuoco acceso nel camino e una tavola imbandita e banchetta e parla con gli iniziati del tempio per tutta la notte in un clima quasi familiare. Ad Al-Anfa, nel tempio di Boron, il seguace può scegliere se vuole semplicemente dormire per tutta la notte nella sala dell'altare, o se preferisce fumare con gli iniziati delle erbe allucinogene per avere delle visioni mistiche.

I sacerdoti di Hesinde, al contrario, invitano il futuro seguace a coltivare per tutta la notte la propria disciplina principale: ad esempio gli studiosi studiano; gli artisti recitano, cantano, dipingono, ecc...; i maghi studiano formule magiche o scritti arcani. I templi di Firun sono così spesso vicini a zone selvagge che il seguace normalmente viene invitato ad una "Caccia Notturna".

Il seguace di Tsa passa la notte in meditazione sui "Nuovi Propositi". Le caverne in cui risiedono normalmente i templi di Phex, si trovano di solito appena fuori, o sotto, la città ; pur non avendo conferme, pare che il futuro seguace rimanga in città a far ruberie e che tornando nel tempio all'alba offra tutto al Tempio. Peraine chiede invece di passare una notte ad assistere nella cura dei malati ospitati nel tempio.

Il tempio di Ingerimm, "ch'è tutto un risuonar di ferri", mette i seguaci a servizio notturno alla fucina. Di Rajha non si sa, o si fa finta di non sapere niente, tuttavia voci indiscrete dicono che questa notte di iniziazione, sia la più "movimentata" delle dodici, con orgie indescrivibili fino all'alba, tanto che non sempre le sacerdotesse il giorno dopo sono lucide a sufficienza per celebrare il prosieguo della "cerimonia".

Di seguito alla "Notte di Veglia" c'è il Rito di Iniziazione al Tempio, in cui normalmente il seguace presenta un dono, frutto o conseguenza della notte precedente, all'altare del dio. Alcuni esempi di questa parte della cerimonia sono elencati di seguito. Da Hesinde il seguace presenta un'opera d'arte o declama o recita dei versi. Da Firun la selvaggina ottenuta dalla "Caccia Notturna" è offerta al dio. Sull'altare di Phex vengono messi tutti i frutti delle ruberie notturne. A Ingerimm viene offerto un oggetto in ferro battuto o un'arma o armatura finita di riparare nella fucina del tempio.

L'ultima parte è quella del Giuramento: il seguace sceglie se seguire uno solo o anche tutti e quattro i precetti della divinità. Fatto il giuramento è legato indissolubilmente (salvo Scomunica) al suo dio e ne eredita oneri e onori. È importante ricordare che un seguace è obbligato a rispettare solo i precetti che avrà scelto in questa cerimonia e potrà in futuro partecipare ad un'altra cerimonia per rinnovare il giuramento e, se vuole, cambiare il numero e il tipo di precetti che rispetterà in futuro. È inutile dire che più sono i precetti rispettati dal seguace e meglio verrà considerato dalla sua divinità, tant'è che gli Iniziati sono obbligati a rispettarli tutti e quattro.

La Scomunica, al contrario della Conversione, non può essere verbale e non può essere data da un singolo Iniziato del dio. Essa è applicata dall'intera casta sacerdotale a un seguace che abbia tradito in maniera severa e irrimediabile uno o più precetti del dio in maniera volontaria. La procedura normale consiste in una specie di processo che coinvolge i vertici locali della casta, con presentazione di prove e/o testimoni e con la declamazione della scomunica davanti all'altare del dio. Non è necessario che lo scomunicato sia presente. Non ha senso, ovviamente, scomunicare qualcuno che non ha alcun legame con la divinità, ma è capitato nella storia, che venissero scomunicati dei non-seguaci particolarmente sacrileghi. I maghi, da tempi immemorabili, "godono" della scomunica permanente e irrevocabile sancita dalla "Comunità di Luce" del dio Praios. Guai all'umano che, dopo esser stato scomunicato si avvicini a un tempio della divinità!

La Consacrazione e la Sconsacrazione

Qualsiasi oggetto o luogo che sia stato Consacrato possiede una sua essenza spirituale, una porzione concentrata e modellata del misticismo universale (Karma). Nel consacrare un luogo a Tempio di una divinità, o nel proteggerlo dalle forze nocive, diverse parti della recinzione richiedono protezione. Il metodo corretto consiste nel rimuovere o neutralizzare qualsiasi forza presente attraverso una sorta di esorcismo, per poi riempire il vuoto che si è creato con la forza di una invocazione o di una benedizione.

Il tipo basilare di consacrazione è quello che consiste nel pronunciare dei nomi sacri di potere che hanno in sè la capacità di modificare il luogo. Un inizio spesso usato è : "Nel nome dei Dodici Dei...", seguito da una frase appropriata e dal nome della divinità particolare dell'iniziato che sta consacrando il tempio.

La potenza dell'esorcismo e la concentrazione di potere mistico che si verranno a creare nel luogo, dipendono in quel momento dalla volontà (Intelligenza) e fede (Punti Karma) dell'Iniziato, nonché dal favore di cui egli gode presso il suo dio (in sostanza dal Livello di esperienza).

Oltre a questi elementi, spesso chi consacra un tempio usa degli oggetti sacri che vengono collocati nei punti strategici del perimetro. Essi servono a sostenere il potere dell'Iniziato nella consacrazione, si trovano infatti nelle posizioni che richiedono una protezione supplementare o che hanno potere mistico (ad es. gli iniziati di Praios mettono un oggetto ad Est verso il sorgere del Sole). Spesso, dove c'è un numero sufficiente di Iniziati esperti, essi possono prendere il posto di un Oggetto Sacro durante la cerimonia.

L'interazione fra la divinità, il rituale dell'Iniziato ed il luogo che viene consacrato durante il Rito di Consacrazione crea la concentrazione di Karma necessaria per consacrare il Tempio. Ad ogni modo il potere va sorretto periodicamente, celebrando cerimonie nel luogo che è stato recentemente consacrato, altrimenti questo potere si esaurirà gradualmente.

È questo il motivo per cui le Cerimonie di Consacrazione devono essere ripetute almeno una volta all'anno nei Templi in disuso, dei quali si voglia però conservare la sacralità. Le forme più comunemente usate nella creazione del Sancta Sanctorum di un Tempio sono state l'esagono, il cerchio e alle volte il triangolo (vedi anche il Kit di Sviluppo "La Magia Atlantidese" nella sezione dedicata all'Esagono degli Elementi.

La Sconsacrazione di un Tempio di una divinità può avvenire in due casi: il primo è perché un tempio caduto in disuso viene abbandonato, e allora è effettuata dagli Iniziati del dio una Cerimonia di "disallestimento del tempio"; il secondo caso avviene quando un tempio incustodito e debole (poca concentrazione di Karma), è scenario di atti sacrileghi, nel qual caso tale atto è chiamato "Dissacrazione".

Ovviamente ogni cosa è relativa alla divinità coinvolta, infatti se un tempio di Phex venisse saccheggiato, probabilmente riacquisterebbe un po' della concentrazione di karma di un tempo. Allo stesso modo, se un tempio di Rondra incustodito fosse scenario di uno scontro armato, ne trarrebbe lo stesso giovamento che potrebbe averne uno di Rajha da un'orgia.

L'Iniziazione e la Scomunica

Molto simile al corrispondente rito di Conversione del fedele, l'Iniziazione prevede una maggiore complessità tanto nella fase della Notte di Veglia che nella celebrazione pubblica del rito, inoltre, è ovviamente richiesta l'accettazione di tutti e quattro i precetti divini, nonché l'accettazione delle regole della casta.

Anche il rito di Scomunica di un Iniziato è più complesso, visto che tocca in profondità la consistenza della chiesa cui l'Iniziato da scomunicare appartiene.

La Benedizione e la Maledizione

Questi sono rituali che per fine, modalità e contenuto sono talmente vari e adattabili, da aver trovato nei secoli applicazioni in un primo tempo inimmaginabili.

Nel caso della Benedizione si pensi soltanto che si va dalla Benedizione degli Sposi alla Benedizione delle Navi, dalla Benedizione delle Armi a quella delle Case, dalla Benedizione di un qualunque Oggetto a quella di un'Impresa. L'unico problema in tutto questo è che solo la storia, con la sua esperienza, ha saputo distinguere i rituali che risultavano graditi alla singola divinità da quelli inefficaci o mal composti.

Pochi sono i Talenti che nei secoli hanno saputo seguire la voce interiore che indicava la via giusta per il Sacro Rituale della Benedizione. Alcuni Iniziati, troppo audaci, sono finiti in cenere per aver scatenato l'ira della divinità con la loro goffaggine. Comunque, lasciando da parte i casi storici, l'iniziato che non è stato toccato dal Talento, si deve accontentare di attingere al patrimonio di Cerimonie e Riti graditi al proprio dio (o dea).

Nonostante questo, si deve dire che alcune regole fisse sono state notate nel modo in cui si sviluppa la liturgia. Per esempio quando si deve benedire un oggetto, se è possibile è meglio farlo nel tempio e sull'altare, cosa che può sembrare ovvia, ma che alle volte per comodità è trascurata. Inoltre alle Cerimonie di benedizione dei luoghi o degli oggetti, è bene siano presenti le persone che hanno il più stretto legame con essi. In genere risulta gradito, se ben fatto, l'intervento del fedele con qualche frase, oltre alle parole di rito dell'iniziato. Infine, qualunque sia la Benedizione, maggiore è la concentrazione mistica nella Cerimonia (Iniziati, Oggetti Sacri o situazioni particolari), maggiore sarà la potenza della benedizione.

La Maledizione è fortemente sconsigliata ed evitata tra gli Iniziati dei Dodici, infatti, nel caso delle persone, il massimo a cui si giunge è normalmente la Scomunica. Al contrario di quest'ultima, la maledizione di una persona comporta, oltre al marchio di "persona non gradita" alla divinità, anche una sorta di atteggiamento del tipo "attaccare a vista". Una persona maledetta, troverà difficoltà quotidiane nelle azioni che coinvolgono l'ambito di influenza della divinità coinvolta.

La frequenza e la gravità delle difficoltà, dipenderanno come al solito dalla potenza con cui è stata chiamata la Maledizione. Per quel che riguarda i luoghi, quelli maledetti perderanno certe caratteristiche positive per la divinità e renderanno difficile lo svolgimento di azioni conformi ai dettami del dio al loro interno.

La Richiesta e la Restituzione

(da completare)

Il Sacrificio e il Dono

Offrire alla propria divinità qualcosa in dono, è un rituale talmente antico che si narra sia esistito anche per le divinità primeve. Addirittura, ancora adesso, ma nei culti più primitivi, vengono usati sacrifici alimentari per provvedere al nutrimento del dio.

Il Sacrificio può essere fatto per finalità differenti, come l'espiazione dei peccati (quando si siano violati dei precetti), il ringraziamento per un impresa ben riuscita, per una richiesta precisa o per ingraziarsi il favore degli dei per un'impresa da compiere, o infine semplicemente come rispettoso tributo.

L'offerta, di qualunque tipo sia, deve essere consona alle caratteristiche e al culto della divinità. Oggetto dell'offerta può essere del cibo (cereali, farina, latte o formaggio, ed in generale prodotti della terra) per le richieste più semplici e quotidiane, oggetti personali o simbolici, per specifiche preghiere, fino a giungere al sacrificio di animali o, in riti di particolare importanza, di umani. Ovviamente sono da escludere i sacrifici degli animali Totem, che anzi, rappresentando la divinità in terra, vanno preservati.

Le caratteristiche del Sacrificio variano grandemente da culto a culto e di conseguenza esiste una vasta tipologia di offerte e di modalità del rituale. Va detto però che esistono fondamentalmente due tipi di rituali a seconda dell’importanza del sacrificio che viene fatto dal sacrificante:

  • il primo rituale si applica nel caso in cui sull’altare vengano messi oggetti (di qualsiasi tipo) o generi alimentari graditi al dio. In questo caso se il dio accetta il dono ci si può aspettare una completa “sublimazione” (termine mistico usato dalle caste) dei doni. Alternativamente si può avere una “metamorfosi” che può indicare, se interpretata correttamente, l’attitudine del dio verso il sacrificante o comunque un messaggio a questi diretto. Dopo questa parte del rituale, che è il culmine dello stesso, i generi alimentari offerti vengono bruciati in un braciere, mentre gli oggetti rimasti, compresi i valori, vengono presi dai sacerdoti del tempio e portati nel sancta sanctorum in attesa di essere impiegati per le necessità quotidiane.
  • il secondo tipo di rito è normalmente usato per richieste di una certa importanza, e infatti è previsto il sacrificio, sull’altare, di un animale vivo. Nell’antichità era previsto anche il sacrificio umano e tutt’ora vi sono sospetti che in alcuni luoghi di Atlantide si sia mantenuta viva questa grottesca “tradizione”. Il celebrante declama la richiesta e uccide l’animale sull’altare (o nei suoi pressi, se esso è troppo grande) senza farlo gridare (cioè per soffocamento). Ne cosparge poi il sangue tutto intorno all’ara sacrificale. Poi brucia le parti più grasse (o più simbolicamente significative) nel braciere, facendo salire il fumo a satollare il dio. Quindi i sacerdoti e il sacrificante mangiano dell’animale (se esso è commestibile). Normalmente, esclusi gli animali totem, vi sono degli animali più rappresentativi e più sacrificati a seconda del tipo di richiesta effettuata dal sacrificante (Cavallo, Capra, Asino, Bovini, ecc.).

Non sempre sono gli uomini a offrire qualcosa al dio, ma talvolta da esso possono ricevere un Dono come manifestazione della volontà divina. Peraltro, questa volontà è da interpretare, in base alle caratteristiche esteriori del dono e dei poteri in esso eventualmente racchiusi.

La Controimposizione e l'Esorcismo

(da completare)

ESEMPI

Riportiamo in questa sezione alcuni esempi. Ovviamente servono solo come guida, visto che ogni Narratore o ogni Iniziato dotato del Talento potrà crearne di nuovi.

Cerimonie e Riti di Ingerimm

Di seguito, due esempi relativi ad Ingerimm

Cerimonia della Benedizione del Focolare

Il simbolo più grande di Ingerimm è il fuoco, che dovrebbe ardere nei Dodici Giorni del Foco, che simboleggiano la luce eterna che splende nei 12 mesi dell'anno ed il legame con Praios, padre di tutti gli dei e della luce. Il Ceppo del Foco dovrebbe essere acceso al tramonto del 24 Maggio con i resti del Ceppo dell'anno precedente, che sono stati conservati proprio per questo scopo. Nel caso la cerimonia sia fatta da Iniziati, è necessaria la presenza in casa di un iniziato della dea Travia ed uno del dio Ingerimm. Per quel che riguarda la parte di quest'ultimo, egli accende il Ceppo mentre, assieme all'altro iniziato, pronuncia questa formula:

"Io incarico questo ceppo di bruciare vivacemente e completamente sull'ampio focolare di questa ospitale dimora, diffondendovi il bagliore del calore e della cordialità".

Poi, l'iniziato del dio pronuncia la formula di protezione:

"Per il potere di Ingerimm | il Dio Fabbro | io ti comando Sacro Foco | di non sfuggire mai dalla sua Sacra Fucina".

A volte, prima di bruciarlo, il Ceppo del Foco viene decorato con pigne e bacche. In alcune zone di Atlantide si sostituisce il ceppo con una fascina di legno di frassino che viene legata con cinque giunchi.

Rito/Cerimonia di Benedizione delle Armi e delle Armature

Questo rituale è uno dei pochi che può essere eseguito, con modalità differenti, sia come Cerimonia che come Rito. In genere la seconda è adottata in caso di benedizioni di massa (Es.: una armata in partenza per la guerra), mentre il primo quando un fedele richiede una benedizione particolare o una protezione da un pericolo specifico. Ora vedremo brevemente in cosa consistono i due tipi di rituali.

Nel caso del Rito, il fedele spiega all'iniziato incaricato il tipo di benedizione di cui necessita, poi va via e torna in genere il giorno dopo. Durante la notte l'iniziato lavorerà alla fucina del tempio per scolpire la richiesta, sull'arma o armatura da benedire, mediante una consona preghiera che ne richiami le proprietà desiderate. Questa incisione è preparata posando l'oggetto su di una incudine consacrata ed usando un martello e uno scalpello speciali. L'iniziato mentre scolpisce i simboli ne pronuncia i nomi segreti e ad ogni colpo di martello sullo scalpello ne dà uno corrispondente sull'Incudine Sacra. L'incisione viene sempre completata dal simbolo del martello di Ingerimm. L'oggetto viene infine avvolto in un panno rosso e messo al sicuro sull'altare interno del tempio.

La parte successiva del rituale, eseguita il giorno dopo in presenza del fedele, è la Cerimonia vera e propria, che può essere celebrata con o senza il rituale precedente. In questo ultimo caso però l'effetto, se tutto va bene, è meno specifico ed in genere più contenuto rispetto al Rito.

Una volta riunita l'assemblea, formata da coloro che hanno richiesto la benedizione, l'oggetto o gli oggetti, se si tratta di molte armi ed armature, vengono messi sull'altare. Lì vengono svolti dal panno rosso, che viene lasciato sotto di essi. A questo punto un iniziato qualunque, o l'iniziato che ha effettuato le incisioni, nel caso del Rito, pronuncia la preghiera di benedizione seguente:

"Nel nome di Praios, Rondra e Ingerimm | E per la potenza del Sacro Fuoco | Respingi tutti gli spiriti dannosi | I demoni cattivi | I nemici mortali che feriscono i nostri corpi | Che indeboliscono la nostra forza | Che rovinano le nostre vite | Che cercano di distruggerci. | Respingi la sfortuna degli spiriti maligni | I giganti che incutono timore | Gli elfi spaventosi | I coboldi dispettosi | Gli uomini invidiosi | I cattivi auspici, i presagi dannosi | Gli incantesimi indesiderati, l'aria incantata | E le cure delle entità maligne. | Affinché si possa essere liberi da ogni male | E ci vengano concessi quei doni autentici | Che cerchiamo col senno e con la mano".

Se si tratta della Cerimonia, ovvero se non ci sono state richieste specifiche, ogni celebrante va all'altare e dopo essersi inginocchiato prende la propria arma/armatura benedetta.

Nel caso del Rito, ogni fedele che abbia chiesto una benedizione specifica, va all'altare, si inginocchia e prende il talismano, dopodiché tutta l'assemblea si muove in processione fuori dal Tempio o Pantheon, fino ad uscire portando l'arma/armatura alla luce del sole. Questa è la nascita simbolica del talismano che viene salutato con acclamazioni.

Poi gli viene dato un nome. Per dare un nome al talismano il fedele lo fa passare tre volte sopra ad un braciere per esortare i poteri del fuoco e della luce, dopodiché spruzza dell'acqua sopra di esso e pronuncia la formula:

"Spruzzo dell'acqua su di te | E ti chiamo (nome), | Per la potenza del Sacro Fuoco".

A questo punto l'assemblea torna davanti all'altare ed uno per uno i partecipanti presentano l'arma/armatura al dio inginocchiandosi. Finito il rituale l'iniziato recita un breve congedo del tipo:

"Ora è terminato il lavoro, | Durante il quale (nome del talismano) | È stato portato dalla materia informe | Al mondo della manifestazione | Nel nome di Ingerimm | Il Dio Fabbro".

Ora il Talismano, al quale sono stati dati pieni poteri, è pronto per essere usato. (N.B.: Lo stesso rituale è eseguito con varianti più o meno sostanziali anche nei templi di Praios, Rondra e, per le bacchette magiche, nel tempio di Hesinde).

Cerimonie e Riti di Peraine

In questa sezione, due esempi relativi invece a Peraine.

Cerimonia di Benedizione dei Campi o Rito dei Quattro Buchi

Questa cerimonia è usata per la consacrazione di un appezzamento di terra, affinché sia fertile e non venga danneggiato dagli influssi nocivi. All'alba del giorno precedente la consacrazione, una sacerdotessa della dea preleva da quattro angoli del terreno quattro zolle erbose. È importante che, dovunque siano state prelevate nel campo, ne ricordi la posizione e identità. Portate le zolle nel Tempio, esse vengono trattate con latte, miele, lievito, olio vegetale e con le parti appropriate di alcuni alberi e piante. Nel frattempo la sacerdotessa pronuncia la seguente formula : "Cresci e moltiplicati e riempi la Terra | Nel nome di Peraine". Poi sulle zolle viene eseguito un rito piuttosto lungo e complicato e prima del tramonto, vengono rimesse nella loro sede iniziale. Nelle buche vengono inserite delle schegge di pioppo tremulo, sulle quali è incisa la cicogna, simbolo della crescita e della fertilità. Mentre la sacerdotessa sotterra le zolle nelle loro buche, pronuncia per ognuna la formula precedente per tre volte. Poi prende della semenza e la mette assieme agli utensili che serviranno per seminarla.Vicino a questa semenza deve mettere dell'acqua consacrata in precedenza, dei semi di finocchio e una piuma di cicogna, poi far bruciare un pizzico di incenso. Infine pronuncia la seguente formula:

"Sumu, Sumu, Sumu, madre della Terra | Possa Peraine, con la sua potenza, concederti | Dei campi rigogliosi e fiorenti | Fertili e vivificanti | Abbondanza di messi scintillanti | E ampi raccolti di orzo | E raccolti di grano bianco | E tutte le messi della Terra. | Che questa terra possa essere libera da ogni nemico | E protetta da ogni male | E che nessuna donna possa essere abbastanza eloquente | Né alcun uomo abbastanza potente | Da alterare queste parole così pronunciate | Nel nome di Peraine".

Detto questo il compito della sacerdotessa è terminato. Il giorno della semina toccherà al fedele infrangere la superficie del campo con l'invocazione seguente:

"Salute a te, o Sumu, madre di tutta la gente! | Sii fertile e colma di cibo per il nostro bene | Nel nome di Peraine".

Rito di Benedizione degli Strumenti del Chirurgo

Questo rituale molto specifico viene usato principalmente nelle grandi città ed in particolare dove sorgono degli edifici pubblici per la cura dei malati. Esso si può compiere solo una volta all'anno in un giorno di luna nuova o piena. Alcuni giorni prima del rito, la sacerdotessa riempie un recipiente opportuno con la "Pianta di Sumu", che è un tipo particolare di erba considerata sacra per il culto. Durante la giornata successiva l'erba viene sottoposta a tre pigiature, quella della mattina, la meridiana e quella della sera, accompagnate tutte da riti assai complicati. Il succo che esce dagli steli, viene travasato, con varie cerimonie, in recipienti di specie diversa. Il giorno della cerimonia, infine, tutti gli strumenti dei chirurghi vengono consegnati alla sacerdotessa di Peraine davanti all'altare. L'erba di Sumu, che era stata pressata, viene stesa sull'altare come tappeto sacro sul quale la dea possa posare i piedi. Gli strumenti vengono messi nell'erba. A turno ogni chirurgo si avvicina all'altare con un calice pieno della linfa della pianta, pronunciando la seguente formula:

"Sia la mia mano ferma, | Il mio occhio acuto, | La mia mente lucida, | Il mio ferro infallibile. | Per il potere di Peraine".

Successivamente beve un sorso della Linfa di Sumu e si inchina alla dea. Se essa acconsente, in genere il seguace dovrebbe veder brillare i propri strumenti tra quelli degli altri. La Cerimonia viene conclusa con un ringraziamento della sacerdotessa celebrante che restituisce gli strumenti ai chirurghi. Viene versata la linfa rimasta sull'altare e sull'erba che viene bruciata in una grande fumata bianca.


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