Kit:L'Araldica Atlantidese/Le Regole Araldiche

Da Uno Sguardo nel Buio.

CAPITOLO SECONDO
Nel secondo capitolo vengono illustrate le Regole Araldiche impiegate per il corretto disegno delle armi. Questa sezione fornisce solo i rudimenti strettamente necessari e si rimanda ai testi specialistici per chi volesse approfondire l'affascinante mondo dell'Araldica. Si sono impiegate, per l'Araldica Atlantidese, le regole più comuni e diffuse.

GLI ALTRI CAPITOLI
«L'Araldica e le Province Araldiche»
«Le Regole Araldiche»
«L'Araldica Perduta»


Indice


INTRODUZIONE

In questo Capitolo parleremo dell'aspetto più affascinante dell'Araldica, che è quello che concerne la creazione degli stemmi araldici. Ci limiteremo, in questa trattazione, a fornire gli aspetti salienti delle regole araldiche, rimandando, per coloro i quali volessero approfondire l'argomento, a testi specializzati.

Per quanto riguarda la descrizione di uno scudo, bisognerà focalizzare i seguenti punti:

  1. Forma e parti dello scudo araldico.
  2. Rappresentazione dei colori.
  3. Divisioni dello scudo.
  4. Disegni e figure.
  5. Le corone che lo accompagnano.

Dedicheremo quindi una sezione a ognuno degli aspetti citati, rammentando che si tratta pur sempre di indicazioni di massima, estrapolate dalle numerose e variegate regole araldiche che, in realtà, si differenziano da paese a paese.

LO SCUDO

Lo scudo araldico è l'elevazione a grado di insegna dello scudo da battaglia, usato in combattimento sin dalla notte dei tempi.

La necessità di distinguersi, tra amici e nemici, fra tribù e reparti, o di spaventare il nemico, ha portato a impiegare l'ampia superficie dello scudo per la rappresentazione di figure più o meno complesse.

A questo punto il più era fatto: lo scudo era divenuto il simbolo di chi lo portava. Lo scudo passa sui sigilli, e i simboli araldici divengono rappresentanti di riconoscimenti conseguiti e, cosa più importante, divengono ereditari.

A metter ordine tra i vari stemmi compare, verso la fine del XII secolo, la figura dell'Araldo. Inizialmente semplice banditore ai tornei cavallereschi, l'Araldo acquista via via sempre più importanza, diventando cerimoniere negli affari di stato e messaggero in pace e in guerra, e avendo perciò diritto all'immunità propria degli ambasciatori.

Sono gli Araldi a metter ordine e a creare tutta quella serie di regole che, col nome di Araldica, governano la composizione degli stemmi.

Lo stemma araldico è composto da due parti essenziali: lo scudo e l'elmo. Noi fisseremo l'attenzione soprattutto sul primo poiché è l'unica parte realmente indispensabile, lasciando la trattazione di elmo e relativo cimiero ai testi specializzati.

Le Varie Parti dello Scudo

Innanzi tutto, si osservi che, poiché lo scudo è descritto dal punto di vista del portatore, la destra e la sinistra araldiche sono opposte alla destra e sinistra normali. Di conseguenza ciò che nello scudo è alla destra di chi guarda verrà indicata come sinistra nella descrizione dello scudo stesso.

Lo scudo araldico viene rappresentato solitamente secondo la proporzione di 7/9, tra larghezza e altezza, e viene diviso in più parti, ciascuna col proprio nome, per poter descrivere senza dar adito a dubbi anche le armi più complesse.

Come è possibile osservare nella sottostante figura, lo scudo viene solitamente diviso in nove parti, quattro Cantoni, due Fianchi, una Mezza Punta, un Mezzo Capo e il Cuore, a cui si aggiungono due zone centrali dette Posto d'Onore e Ombelico.

Le Forme

Inizialmente gli scudi araldici non facevano altro che riprendere i modelli usati in guerra o nei tornei, ma nei secoli, scomparsa la sua necessità sul campo di battaglia per l'avvento delle armi da fuoco, lo scudo araldico ha acquisito forme diversissime, soprattutto a partire dal XVI secolo.

Nella figura seguente possiamo osservare alcune delle forme di scudo più diffuse, cui sono associate l'epoca e la nazione d'origine.

Si osservi che le forme a losanga e a ovale sono, nelle tradizioni araldiche di Italia, Spagna, Francia e Inghilterra, attribuite agli scudi delle donne, d'altronde questa usanza è rifiutata dall'Araldica tedesca e dei paesi dell'europa orientale: come si nota dagli esempi, l'Araldica varia sia nel tempo che nei luoghi!

Per i nostri scopi useremo sempre lo scudo rettangolare classico, detto sannita, o quello appuntito all'inglese.

GLI SMALTI

Grande importanza assumono ovviamente i colori, detti più propriamente Smalti, tanto che nell'Araldica non se ne usano più di sette (nove nell'Araldica inglese).

Essi sono divisi in due raggruppamenti: i Metalli e i Colori propriamente detti. I Metalli sono l'Oro e l'Argento, mentre per i Colori abbiamo il rosso (Gules), l'azzurro (Azure), il nero (Sable), il verde (Vert) e il porpora (Purpure). A questi ultimi l'Araldica inglese aggiunge due colori: l'aranciato (Tennè) ed il cannellato (Murrey o Sanguine). Per esigenze di gioco utilizzeremo, oltre ai colori più tradizionali, anche l'aranciato dell'Araldica inglese.

A questi si aggiunge poi la necessità di rappresentare figure con i colori che naturalmente competono loro. Nella descrizione dello stemma tali figure vengono contraddistinte dall'attributo: "al naturale". Nel caso di raffigurazioni in bianco e nero è possibile rappresentare i colori con un sistema di punti e tratteggi, inventato da Pietra Santa e dallo stesso illustrato nel testo "Tesserae Gentilitiae", risalente al 1638.

La retinatura del Pietra Santa è utile per testi in bianco e nero e, soprattutto, per gli scudi scolpiti (si pensi a quelli presenti sull'architrave di molti portoni di palazzi d'epoca); ovviamente nel presente testo si ricorrerà decisamente al colore, tuttavia, poiché non sempre c'è accordo sulle tonalità precise (in molti casi le fonti sono discordi, specialmente per i colori dell'araldica inglese) presentiamo anche i campioni di colore da noi utilizzati.

In particolare si può far riferimento alla figura sottostante, dove sono rappresentati entrambi gli schemi da noi adottati: sia quello del Pietra Santa che quello dei colori.

Si noti come, nello schema del Pietra Santa, manchi il tratteggio per l'aranciato, a riprova dell'origine inglese di questo colore. Come ultima osservazione sugli smalti, intesi come colori e metalli, si rammenti la seguente Regola degli Smalti:

«È cattiva Araldica mettere Colore su Colore o Metallo su Metallo.»

È questa, ovviamente, una regola molto importante, che tuttavia ammette molte eccezioni, anche nel caso di stemmi molto antichi.

DIVISIONI E LINEE DI PARTIZIONE

Il modo più semplice di creare nuove armi era senza dubbio quello di dividere lo scudo in due o più parti di diverso colore. Usando opportunamente smalti e metalli era possibile ottenere una gran varietà di stemmi, anche con divisioni molto semplici.

È evidente quindi, per quanto detto, che un segno dell'antichità, e di conseguenza del prestigio, di uno stemma risiede proprio nella semplicità del disegno.

Divisioni dello Scudo

Sono tantissime le divisioni di uno scudo ammesse dalla Araldica, e il loro numero aumenta ulteriormente se si pensa che la forma della linea di divisione (ondulata, seghettata, merlata, etc.) è un ulteriore segno di distinzione.

Nella figura seguente diamo un esempio delle principali divisioni dello scudo.

Si osservi in proposito che negli stemmi più antichi saranno presenti divisioni semplici, che separano lo scudo in due o tre parti, quindi si avranno scudi tagliati, partiti, trinciati, etc., mentre divisioni più complesse competono a stemmi più recenti. Fanno eccezione quegli stemmi, tipici a esempio delle Case Reali, il cui ruolo, più che di simbolo familiare, è spesso quello di indicare i possedimenti di chi se ne fregia.

Pezze Onorevoli

Agli inizi dell'Araldica, come passo successivo alla semplice divisione dello scudo, si aggiunse l'impiego di figure molto semplici e di tipo geometrico.

Queste figure erano facili da dipingere e ricordare, tanto che, per il loro impiego frequente, e talvolta unico, sugli scudi, vennero dette "ordinarie".

Gli Ordinari, forse anche per la loro antichità, sono anche detti Pezze Onorevoli. Tuttavia le consuetudini araldiche variano moltissimo, come si è già visto per forme e smalti, da regione a regione, e quindi variano molto le classificazioni.

Nella figura seguente abbiamo alcune delle figure più antiche, delle quali, le nove sulla sinistra, sono considerate Pezze Onorevoli da tutte le araldiche.

Una piccola precisazione sui cerchi: essi prendono il nome di Palla solo se disegnati in modo da evidenziarne la sfericità, a esempio tracciandone l'ombra, altrimenti sono detti Bisanti, se di Metallo, o Piatti, se di Colore. In molte araldiche poi, vi è la consuetudine di cambiar nome a seconda del Colore impiegato: Torta (rosso), Ferite (porpora), Mele (verde), etc.

Il Capo

Tra le Pezze Onorevoli spicca, per i significati che gli sono propri, il Capo: questa figura, negli stemmi di città, rappresenta spesso l'autorità a cui la città stessa è sottoposta, mentre negli stemmi nobiliari veniva posto per concessione del Re ai vassalli che si erano distinti, e di norma contenevano proprio lo stemma reale.

Un esempio di Capo è il ben noto Capo di Francia (d'azzurro ai tre fiordalisi d'oro in fascia), concesso dai Re di Francia ad alcune città francesi, come nello stemma della città di La Rochelle.

Nel gioco spiccano il Capo di Horas o dell'Antico Impero ("d'oro caricato di due Piatti rossi"), rappresentativo della Casata degli Horas, e ora proprio di molti stemmi delle Terre Amabili, e il Capo di Gareth ("d'oro alla corona nera"), distintivo della Casata Imperiale, e che compare in molti degli stemmi delle Terre di Mezzo.

LE INSEGNE

Con il nome di Insegne si identificano tutte quelle figure che non sono semplicemente geometriche. Tra le Insegne compaiono quindi le figure umane, i simboli religiosi, gli animali, mitologici o meno, gli astri, le piante, gli edifici, prevalentemente torri, le armi, etc.

I Simboli Religiosi

Nella realtà il simbolismo religioso in Araldica è proprio degli stemmi cittadini, o di corporazione, e consiste prevalentemente nell'introduzione, nello scudo, delle figure di santi protettori, come S. Giorgio che uccide il drago nelle armi di Mosca, angeli, come l'arcangelo Michele nelle armi di Kiev, e Madonne, queste ultime rappresentate spesso tramite un giglio.

Molto spesso, per raffigurare i santi, si ricorreva ai loro simboli: il leone alato e aureolato di S. Marco (Venezia), il toro alato ed aureolato di S. Luca, l'aquila con l'aureola di S. Giovanni (Aragona), etc.

In Atlantide, visto che a ogni divinità è associato un animale ben preciso, gli Araldi preferiscono ricorrere proprio a quest'ultima tecnica, e quindi gli stemmi che portano uno di questi animali rappresentano un particolare legame tra chi si fregia dello scudo e la divinità di cui l'animale stesso è rappresentante.

Come esempio si pensi alle armi di Tar Honak, Signore di Al'Anfa e Gran Sacerdote di Boron, illustrato nel Capitolo precedente, o a quelle della città che governa: il legame tra Al'Anfa e Boron è tanto stretto che il corvo, simbolo del dio, compare anche sullo stemma cittadino.

Gli Animali

Molti e svariati sono gli animali utilizzati in Araldica, ma diciamo che essi possono esser divisi in due grandi gruppi: gli animali mitologici e quelli che non lo sono.

Tra gli animali mitologici, oltre ai vari draghi, grifoni, fenici ed unicorni, includiamo anche quelli composti dalle parti di più animali, le sirene, i centauri e tutte quelle creature favolose che spesso hanno solleticato la fantasia degli Araldi.

Tra gli animali reali, rappresentati tuttavia anch'essi con una certa libertà di stile, spiccano senza dubbio il leone, presente in tutte le araldiche d'Europa nelle forme più svariate, e l'aquila.

Per gli animali vigono delle regole nella rappresentazione, tanto che non solo ogni singola posizione o atteggiamento viene descritto da una denominazione ben precisa, ma in più la descrizione degli smalti viene fatta con meticolosa precisione: capita talvolta che due stemmi, apparentemente identici, differiscano, a esempio, solo nel colore degli artigli dell'aquila. La descrizione dettagliata di tali regole esula dagli scopi di questo testo, tuttavia per chi volesse approfondire anche questo aspetto, si rimanda alla bibliografia dove sono indicati alcuni testi specializzati.

Il Leone

Il Re degli Animali è senza dubbio l'animale più rappresentato in Araldica, simbolo spesso di coraggio ma anche di determinazione e ferocia. Nell'Araldica Atlantidese una leonessa rampante è spesso utilizzata per rappresentare la dea della guerra Rondra.

Nella descrizione dell'animale bisognerebbe precisare sempre il colore della lingua e degli artigli (ad es. "...linguato e armato di rosso"), e di un'eventuale corona.

L'Aquila

L'aquila sta agli uccelli come il leone agli altri animali. Nella descrizione dell'animale, oltre alla posizione delle ali ("volo" abbassato, alzato, etc.), occorre specificare il colore di becco, lingua e artigli (ad es. "...armata d'oro").

Le Piante e i Fiori

Per quanto riguarda le piante esse sono rappresentate solitamente nella loro interezza (si pensi al tiglio delle armi di Amburgo), mentre più spesso i fiori sono rappresentati stilizzati (fiordaliso dei Re di Francia, o le rose di York e Lancaster) e quindi i colori vanno sempre indicati.

Nella raffigurazione della tradizione araldica il fiordaliso è simbolo di purezza, concetto questo che verrà riportato anche nel gioco. Si osservi inoltre, che si troveranno sempre alberi, prevalentemente frassini, nella simbologia elfica, anche se per quest'ultima non si può parlare d'Araldica; gli Elfi infatti, anche per la loro longevità, hanno un modo di intendere la simbologia che è ben diverso da quello degli Umani.

Torri e Castelli

La torre è sempre quella singola, solitamente con una porta ed almeno una feritoia, il cui sfondo è spesso tracciato con uno smalto diverso da quello usato per le mura. Il castello araldico è costituito da due torri unite da un muro in cui vi è una porta, di frequente chiusa da una saracinesca.

La malta tra le pietre può essere d'un colore particolare, e allora va menzionato nella descrizione (ad es. "...murato d'azzurro").

DIFFERENZE E DISCENDENZE

Visto che gli stemmi araldici erano nati dalla necessità di dover distinguere in combattimento, o nei tornei, chi se ne fregiava, si presentò l'ulteriore necessità di distinguere il capo famiglia dai parenti a lui sottoposti.

Nacquero così tutta una serie di differenziazioni, basate sulla concessione di marchi e discendenze, dette Brisure, allo stemma base che era proprio del solo capofamiglia.

Mentre la purezza dello stemma è universalmente concessa al solo capofamiglia, non altrettanto si può dire per le brisure: in realtà ogni Araldica, e spesso ogni famiglia, ha le proprie consuetudini.

Nella maggior parte dei casi si usava, per gli illegittimi riconosciuti, lo stemma base caricato d'un bastone o un filetto, mentre per le discendenze si utilizzavano, in vari smalti, bordure, lambelli o rastrelli. In alcuni rari casi si giungeva al punto di scambiare gli smalti, o, per gli illegittimi, a porre le armi paterne in un quartier franco.

Nell'Araldica Atlantidese si fa uso della tecnica più comune, di conseguenza lo stemma dei De Beer, visto nel precedente Capitolo, indica, col lambello, l'esser un ramo cadetto, e col filetto il fatto che il capostipite era un illegittimo. Allo stesso modo il ramo cadetto dei Duvalier porta una bordura rossa.

LE CORONE

Le corone, poste sopra lo scudo o sul cimiero, indicano il titolo nobiliare di chi si fregia di stemma araldico.

Nell'Araldica Atlantidese sono utilizzate le corone illustrate nella figura seguente, che sono poi anche quelle più diffuse nella realtà. Le corone, tuttavia, si differenziano a seconda dell'Araldica adottata, così in Italia, ad esempio, la corona per il patrizio, differisce tradizionalmente da regione a regione, e accanto a queste esiste poi la coronetta valida per tutta l'Italia, stabilita dall'Araldica nazionale. Quindi, ecco perché abbiamo indicato diverse corone per ciascun grado di nobiltà; il Narratore che ne senta l'esigenza, potrà quindi diversificare gli scudi anche sotto questo aspetto.

Esempi di corone nelle araldiche europee

Si osservi che mentre lo stemma di una famiglia, sostanzialmente, non si modifica nel tempo, per quel che riguarda le corone, e in generale tutte le Brisure, le alterazioni e i cambiamenti sono più frequenti. In linea di principio un nobile conserverà sul suo stemma la corona corrispondente al titolo più prestigioso posseduto.

LE CARICHE ECCLESIASTICHE

Per quanto riguarda invece l'Araldica Ecclesiastica, i rappresentanti insigniti di cariche della Chiesa erano soliti indicarle con un cappello ed un certo numero di nappe su ogni lato dello scudo, inoltre veniva posta una croce dietro lo scudo, sporgente dal capo e dalla punta. Il colore del cappello, il tipo di croce e il colore e numero delle nappe fornivano il titolo ecclesiastico, secondo la seguente tabella:

Carica Nappa Colore cappello Insegna
Colore Numero
Cardinale Rosse 15 Rosso Croce di Lorena
Patriarca Verdi 15 Verde Croce di Lorena
Arcivescovo Verdi 10 Verde Croce di Lorena
Vescovo Verdi 6 Verde Croce
Abate prevosto Nere 6 Nero Pastorale
Abate Verdi 6 Verde Pastorale
Prelato di fiocchetto Rosse 10 Viola -
Cancelliere apostolico Rosse 6 Viola -
Prelato onorifico Viola 6 Viola -
Cappellano del Papa Viola 6 Nero -
Canonico Nere 3 Nero -
Decano Nere 2 Nero -
Prete Nere 1 Nero -

Nella figura seguente, a titolo d'esempio, è rappresentato il disegno per le armi di un vescovo.

Le nappe e il cappello per lo scudo di un vescovo

Tale Araldica può esser impiegata in ogni occasione in cui può avere una certa importanza (si pensi ad Al'Anfa...), con l'avvertenza che nell'Araldica Ecclesiastica Atlantidese non si impiega, per ovvi motivi, la croce, bensì l'animale totem del dio, come illustrato dai seguenti stemmi, di Aldran e Scimalef, iniziati di Esinde e Phex:

Immagine:Aldran.pngImmagine:Scimalef.png

Inoltre, si tenga presente che tale forma araldica non è generalmente impiegata dagli Iniziati di Rondra, i quali fanno uso della Araldica nobiliare e ricorrono all'Araldica Ecclesiastica solo per gli Iniziati privi di titolo nobiliare; si vedano in proposito le armi di Viridovix della Spada, Iniziato di Rondra illustrate nella figura seguente.

Le armi di Viridovix della Spada, Cadetto d'Albernia
Conte della Spada Spezzata e Iniziato di Rondra

Blasone: partito, a destra di rosso alla spada d'argento
in palo, a sinistra interzato in banda di nero, rosso e argento
il tutto bordato d'argento


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